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Muore dopo dieci ore ferma in barella: malasanità all’ospedale Figlie di San Camillo?

Dieci ore “parcheggiata” su una barella all’ospedale Vannini delle Figlie di San Camillo a Torpignattara. Una pensionata di 67 anni è morta così, in preda a dolori lancinanti, dopo una giornata in attesa di essere visitata al pronto soccorso dell’ospedale capitolino. Ora sulla vicenda indaga la magistratura che dovrà accertare se si tratti di un caso di malasanità.

Il dolore e poi la lunga attesa della Tac
L’episodio è avvenuto giovedì scorso ma è stato rivelato soltanto poche ore fa. La Direzione regionale Salute ha subito disposto accertamenti per ricostruire passo dopo passo “tutti i passaggi assistenziali” che hanno riguardato la donna, vedova e madre di due figli: l’obiettivo dell’indagine amministrativa – che seguirà un iter distinto rispetto all’inchiesta già avviata dai magistrati – è accertare cosa abbia causato il buco nero in cui l’anziana è stata inghiottita senza che nessuno si accorgesse della gravità della situazione. A quanto è stato possibile accertare, il suo calvario è iniziato nella tarda mattinata dello scorso 2 febbraio: alle 13 il 118 ne registra la richiesta di intervento per un forte dolore allo stomaco che la assale al Quarticciolo. Arriva in ambulanza al pronto soccorso del Vannini: al triage viene accolta in codice rosso ma da quel momento, nonostante il suo caso venga ritenuto urgente, la donna viene tenuta in osservazione per dieci lunghe ore in attesa della Tac, che viene effettuata soltando alle 23. E’ a quel punto che i medici, constatata la gravità della situazione, decidono di trasferirla a Tor Vergata per sottoporla a un intervento d’urgenza: troppo tardì, perché durante l’operazione i chirurghi si trovano di fronte a un’emorragia talmente estesa che ormai aveva compromesso la possibilità di salvarla. Appresa la notizia del decesso, i parenti della vittima hanno subito chiesto chiarimenti: una volta visionata la cartella clinica sono decisi a denunciare l’ospedale.

L’indagine regionale
Nel frattempo, dopo le proteste della famiglia della paziente, la direzione sanitaria della struttura ospedaliera ha subito aperto un procedimento interno: l’unità di crisi che è stata nominata ha avuto l’incarico di ricostruire l’iter, dal triage alla diagnosi clinica e sino al trattamento della paziente, allo scopo di relazionare alla Regione. Le verifiche, spiegano all’assessorato, chiariranno tempi e modalità operative e il successivo trasporto all’hub di riferimento di Tor Vergata con l’obiettivo di far luce su questo presunto caso di malasanità.