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60 giovani imprenditori agricoli ricorrono al Tar su fondi Psr negati

60 giovani imprenditori agricoli fanno ricorso al Tar per i fondi negati relativi al Psr 2014-2020, i contributi regionali a fondo perduto del 60%, basati su investimenti di natura tecnologica. L’esclusione, secondo le imprese del territorio, deriverebbe da un caos burocratico prodotto dalla Regione Lazio, e dall’ufficio decentrato agricoltura di Viterbo.

60 aziende della provincia nel 2017 avrebbero realizzato una investimenti di miglioramento dei livelli di sicurezza sul lavoro e della produttività, partecipando al Psr e entrando in graduatoria. In fase di istruttoria, poi, sarebbero stati decurtati dei punti.

In particolare parebbe, per l’iscrizione, considerata non congrua, a una piattaforma di dati meteo che permette di pianificare azioni sul medio e lungo periodo in base all’andamento climatico della propria area. Strumento popolare in agricoltura e inserito nel catalogo delle innovazioni pubblicato dalla stessa Regione.
Altre aziende,in zona, pur con gli stessi interventi, sarebbero state valutate diversamente da altri funzionari, il che ha spinto i candidati ad avanzare sospetti di discriminazione e di libere interpretazione dei funzionari, costati la perdita di posizioni in graduatoria e perdite di ingenti somme oltre il 100 mila euro.

Secondo gli esclusi, poi, la Regione avrebbe promesso una volta trovati nuovi fondi, di rivalutare la graduatoria riammettendo gli esclusi nei finanziamenti. Nel mentre invece è partito il nuovo Psr e un altro bando che non terrebbero conto dei posizionamenti precedenti. Da qui il ricorso al Tar degli imprenditori.