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La crisi da Covid affama negozi e locali: il 33% a rischio chiusura. Confcommercio mette a disposizione psicologi

Neanche i saldi o il Natale hanno evitato questa impennata dell’indice delle chiusure. Petrozzi: “C’è bisogno di trovare il coraggio e il modo di andare avanti”

Una serie di fattori preoccupano la ripresa delle attività: la paura per la variane Omicron, i contagi che aumentano a dismisura, il turismo che fatica a prendere il volo e, non per ultimo, l’aumento dei costi da sostenere. Tutto questo rappresenta uno scenario tutt’altro che rassicurante e mantenere aperta un’attività è diventato molto complicato. Si stima infatti che nelle prossime settimane un negozio su tre potrebbe chiudere, quindi circa il 33% dei negozi o locali potrebbe essere costretto a tirare giù la serranda. “La situazione non è rassicurante” – parla così Romolo Guasco, direttore della Confcommercio Roma. Spiega infatti che “Nel 2021 rispetto al 2020 “i pubblici esercizi hanno registrato un calo di consumi al 30%, i negozi d’abbigliamento del 15% e le attività legate alla mobilità un calo del 12%”. Numeri significativi da cui sembra salvarsi, per così dire, il mondo legato all’elettronica con un più 9% sui consumi. Neanche i saldi o il Natale hanno evitato questa impennata dell’indice delle chiusure.

Non è difficile immaginare quindi quanto possa essere necessario un aiuto, un sostegno non solamente economico ma anche dal punto di vista psicologico per chi sta vivendo questa triste situazione. “C’è bisogno di trovare il coraggio e il modo di andare avanti”, dice Simona Petrozzi, presidente del gruppo “terziario donna” della Confcommercio che promuove uno sportello psicologico per tutti gli associati. Lo scopo è quello di cercare di reinventarsi, invece di abbattersi provando ad aprirsi ad un supporto.