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Statali, col nuovo contratto aumenti in busta paga retroattivi anche per chi è andato in pensione

pagamento naspi maggio 2023

Nuovo contratto per i dipendenti pubblici, arrivano gli aumenti in busta paga anche per chi ha da poco smesso di lavorare. È la novità a sorpresa sicuramente ben gradita per gli impiegati nei ministeri, nelle Agenzie fiscali e negli enti pubblici non economici come Inps e Inail. Il nuovo contratto delle Funzioni Centrali prevede, come è noto, un aumento medio lordo sulla remunerazione che va da 85 a 117 euro. E dato che la firma sull’accordo è stata apposta alla fine del triennio di vigenza contrattuale, riguarderà non solo i dipendenti attuali ma anche chi è andato in pensione tra il 2019 e il 2021. Si parla di arretrati che andranno dai 970 ai 1800 euro, più il ricalcolo di buonuscita e dell’assegno previdenziale. Ma il tema più caldo del nuovo contratto è la regolamentazione dello smart working, con i sindacati che forti della nuova ondata di contagi spingono per un ritorno al lavoro da remoto totale almeno fino al termine dello stato di emergenza, ovvero il 31 marzo del 2022. In questo senso remano sia Cinque Stelle che Pd, ma l’impostazione di Draghi e soprattutto del ministro Renato Brunetta sembra al momento immutabile: l’attuale flessibilità riconosciuta è sufficiente, e va rispettato il criterio della prevalenza del lavoro in presenza.