E’ partito il conto alla rovescia per il ritorno a scuola dopo le feste di Natale. Le classi torneranno a riempirsi da lunedì 10 gennaio. Ma l’impennata dei casi Covid tra i più giovani continua a preoccupare. Se da una parte alcuni governatori di Regione spingono per rinviare il ritorno in classe, dall’altra il governo rimane fermo sulle proprie decisioni. Per l’Esecutivo la didattica a distanza rimane l’ultima spiaggia.
La scuola in presenza al momento non di discute, ma è il come ad animare il dibattito interno al governo. Sul tavolo rimane l’ipotesi di rimodulare le regole per permettere il ritorno tra i banchi. Tra le proposte quella di mandare l’intera classe in Dad solo con 4 o 5 positivi. Con un caso finirebbe in isolamento il solo positivo, con il resto della classe in presenza. Con due casi, invece, a restare in classe potrebbero essere solo i vaccinati. Ipotesi a cui il governo lavorerà in queste ore, in vista dell’imminente consiglio dei ministri.
Sembra invece naufragata la proposta fatta dai presidi di testare tutta la popolazione scolastica prima del rientro in presenza. L’idea era quella di allestire hub per fare tamponi agli studenti, ma al momento non ce n’è traccia, se non in alcune Regioni che hanno deciso in modo autonomo. Lo screening di massa per molte delle parti in causa sembra comunque una delle soluzioni migliori.
Nel Lazio preoccupa il numero dei positivi tra i giovani. Prima dell’inizio delle feste, quando i casi erano la metà, le classi in Dad erano circa 1000. Con l’impennata degli ultimi giorni il rischio è di trovare scuole deserte. Intanto la Regione, con un messaggio su Facebook, ha smentito una fake news su un’imminente ordinanza per avviare la Dad nelle scuole laziali.
