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Lazio in zona gialla, l’impennata di casi rischia di mandare in affanno Roma

CORONAVIRUS COVID 19 OBBLIGO DI GREEN PASS SUI MEZZI PUBBLICI

Il Lazio, da oggi, si è svegliato in zona gialla, ma qualcuno potrebbe anche non accorgersene. Le differenze rispetto alle settimane precedenti sono infatti quasi impercettibili. L’uso della mascherina all’aperto, una delle poche novità rispetto alla zona di rischio più bassa, è in già in vigore in tutta Italia.

Tutti, da nord a sud e senza distinzioni di colori, devono indossarla. Ovunque, non solo nelle vie dello shopping o nelle zone affollate. E per mezzi pubblici, cinema, teatri e stadi è obbligatoria la Ffp2, senza la quale si rischiano multe salate. Rispetto alla zona bianca non cambiano nemmeno gli spostamenti: si possono raggiungere senza limitazioni altri comuni e regioni. E resiste ovviamente l’obbligo di Green pass, talvolta rafforzato, per quasi tutte le attività al chiuso.

Il passaggio del Lazio in zona gialla si è reso necessario a seguito dell’innalzamento di contagi e ricoveri. La Regione ha superato la soglia critica di Rt, incidenza e soprattutto d’occupazione di posti letto e terapie intensive. Dati che si riflettono anche sul numero di persone costrette in isolamento, perché positive o entrate in contatto diretto con un positivo.

E se casi del genere si verificano anche nei servizi pubblici, la città rischia di andare in affanno. Nelle ultime ore circa 500 dipendenti dell’Atac sono finiti in quarantena. Un numero, fa sapere la municipalizzata, destinato a salire con la riapertura delle scuole. Così il servizio di trasporto urbano verrà ulteriormente limitato per mancanza di personale. Situazione analoga anche nell’Ama, dove in alcuni quartieri, causa assenza di netturbini, la raccolta va a rilento e alcune sedi sono state chiuse.