In attesa dell’autopsia, già stata disposta dal magistrato inquirente, la morte di Paolo Calissano sembra riconducibile a un mix di farmaci antidepressivi rinvenuti in gran quantità nell’abitazione dell’attore, trovato senza vita ieri sera all’età di 54 anni a Monte Mario. Soltanto gli accertamenti del medico legale, però, permetteranno forse di accertare se il decesso sia stato provocato da un malore provocato dall’abuso o si sia trattato di un suicidio.
Attore di talento ma sfortunato
La morte di Calissano sta destando molto scalpore: lanciato da alcune soap opera di grande successo come “Vivere”, “Per Amore” e “La Dottoressa Gio”, l’attore originario di Genova ma da tempo residente a Roma ha incarnato nella vita la parabola dell’artista bello, bravo ma sfortunato. Figlio di un ufficiale dell’aeronautica e di una nobile dei conti di Mantova, studi negli Usa, negli anni 90 esordisce nel mondo dei fotoromanzi fino al boom nelle fiction mediaset. Una carriera promettente: è considerato un attore di talento, ma qualcosa si inceppa e iniziano i problemi. Prima una festa casalinga a base di alcol e droga in cui muore per overdose una ballerina brasiliana di 31 anni: lui viene condannato a quattro anni per cessione di stupefacenti, inizia un percorso terapeutico in una clinica per tossicodipenti ma qualche anno dopo per un incidente stradale finisce in un reparto psichiatrico dell’ospedale di Genova, ancora per droga. E’ forse il periodo più brutto e tormentato della sua esistenza, culminato con un’intervista a Barbara D’Urso nel programma “Domenica Live”: davanti alle telecamere si confessa, racconta i suoi errori e le sue fragilità, si dice pronto a ripartire con nuove opportunità. Nel 2008 si trasferisce a Roma, in tv sembra per lui l’inizio di una nuova carriera ma la depressione non lo molla e neppure l’accanimento morboso di una parte della stampa. Da qui, poche ore fa, lo sfogo della compagna di Calissano, Fabiola Palese, che su Istagram attacca i giornalisti: “Siete degli sciacalli! Lasciatelo in pace almeno adesso”.
