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    Scuola, il rientro il 7 gennaio preoccupa i presidi

    La campanella del 7 gennaio segnerà il ritorno tra i banchi per migliaia di giovani e giovanissimi studenti italiani. Ma le scuole, il giorno dopo l’Epifania, rischieranno di essere vuote. Preoccupa l’impennata di casi Covid registrata nelle ultime ore e si fa largo l’ipotesi di posticipare il rientro nelle classi al 10 gennaio.

    Se la decisione non verrà presa dai presidi è probabile che saranno i genitori a tenere i figli in casa ancora per qualche giorno. Ma non sarà un weekend a stemperare i dubbi che si fanno largo tra i banchi di scuola. Prima della chiusura per le feste natalizie, solo nel Lazio, circa 1000 classi erano in quarantena. E con i casi in aumento è alta la probabilità che salirà anche il numero delle classi in dad. Come testimoniano le molte segnalazioni che iniziano ad arrivare alle caselle mail delle scuole.

    Ha senso rientrare in classe in questo modo? Se lo chiedono i presidi, che hanno sollevato dubbi sulla possibilità di tornare a fare lezione in presenza in questo momento. Qualcuno ha definito una follia il rientro il 7 gennaio. Mario Rusconi, presidente dei presidi italiani, ha definito molto preoccupante la ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia.

    La Regione Lazio, nonostante le pressioni di presidi e insegnanti, sembra però inflessibile sulla data del rientro. Un compromesso potrebbe essere individuato nelle modalità di ritorno in classe. La richiesta dei presidi è di uno screening capillare a tutta la popolazione studentesca. Uno sforzo che rischia però di essere impossibile in un momento in cui il sistema di testing è quasi al collasso.