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Roma “sogna” nuovi tram e metropolitane ma intanto, da gennaio, la Linea A si ferma per manutenzione

La sfida è decisamente ambiziosa ed è anche lecito sognare in grande per tornare ad essere grandi. Ma la realtà rischia di rivelarsi molto più amara: e così, mentre Roma sogna di riuscire a costruire entro il Giubileo del 2025 cinquanta km di binari nuovi di pacca per potenziare ed ampliare l’offerta di metropolitane e tramvie, il presente è ben più desolante e racconta di una città che al monento non riesce neppure a garantire l’ordinaria amministrazione del suo trasporto pubblico.

Dopo i tram “rallenta” anche la Linea A
Dopo i tram lumaca che da mesi, in alcun tratti del tracciato urbano, devono viaggiare a 5, massimo 10 km all’ora per non deragliare, l’anno prossimo anche la metro A potrebbe dover rallentare le proprie corse per i ritardi nella manutenzione. Le revisioni dei convogli attualmente in circolazione sono scadute e solo nei primi mesi del 2022 alcuni treni entreranno in officina per un checkup completo. E – par di capire – urgente se è vero quanto rivelano fonti sindacali secondo cui, oggi, molti mezzi in uso circolerebbero sfruttando un’apposita deroga concessa dal costruttore oltre la scadenza della revisione: una sorta di bonus  di chilometri “extra” a patto che gli elementi più importanti dei vagoni (freni, ruote, carrelli e luci) siano sottoposti a costanti verifiche di sicurezza. Da gennaio, quindi, non sarà più possibile attendere: i treni dovranno andare in rimessa e in officina ma questo renderà necessaria una riduzione dei mezzi in circolazione, con tempi d’attesa che saliranno ad almeno cinque minuti tra una corsa e l’altra. Un po’ quello che è successo, nel trasporto ferroviario, per la Roma Lido dove ormai i convogli in circolazione si contano sulle dita di una mano con inevitabile soppressione di corse e chiusura di fermate lungo il tragitto.

Quattro anni di burocrazia
L’allarme per la metro A è noto in verità già dallo scorso dicembre ed è stato messo nero su bianco addirittura in una lettera scritta dai commissari del Concordato di Atac. In un anno, evidentemente, non si è riusciti a intervenire per evitare che l’assenza di manutenzione potesse riverberarsi anche sul servizio per gli utenti. Ma non è l’unico ritardo inspiegabile in tutta questa vicenda perché, a provocare la situazione, vi è a monte una lunga serie di errori e ritardi nella gestione delle procedure d’appalto e, poi, gli inevitabili ricorsi legali a fronte di 53 milioni di euro stanziati dal ministero dei trasporti nel 2017 ma che il Campidoglio ha girato ad Atac solo due anni dopo, nel 2019. Un caos per certi versi incredibile che rende ancora più difficile credere nel progetto di riorganizzazione dei mezzi pubblici urbani che il sindaco Gualtieri vorrebbe attuare in tre anni e mezzo in vista del Giubileo: potenziare le linee di tram e metropolitane così da poter reggere l’arrivo di 45 milioni di pellegrini che dovrebbero raggiungere Roma in occasione dell’evento religioso.