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Scuola, orari scaglionati anti-Covid: continuano le proteste, ma la prefettura non fa dietro front

La spiegazione ruota intorno alla questione dei trasporti pubblici, ossia gli eventuali assembramenti sul primo turno di ingresso, quello delle 8.

Le proteste degli studenti e le richieste di deroga dei presidi degli istituti non sono bastati ad un dietro front sul doppio turno. Un’entrata alle 8 e, esattamente 100 minuti dopo, la seconda entrata, quella delle 9.40. Una soluzione che nelle ultime settimane ha scatenato scioperi e occupazioni da parte dei ragazzi che si sentono venir meno i loro diritti al riposo, al gioco, allo sport, alle attività culturali, ricreative ed educative. L’orario di uscita è infatti a metà pomeriggio, ma a quanto detto dalla prefettura la situazione al momento non cambierà. I dirigenti scolastici avevano avanzato la proposta di poter scegliere autonomamente le modalità per scaglionare gli ingressi. Ma al momento non si può né modificare né alleggerire il doppio turno, tanto meno decidere autonomamente.

La spiegazione ruota intorno alla questione dei trasporti pubblici, ossia gli eventuali assembramenti sul primo turno di ingresso, quello delle 8. Con il ritorno dei lavoratori in presenza, si andrebbe ad appesantire quella fascia oraria in cui tutti si dirigono presso i proprio uffici e gli studenti verso i propri istituti. Altra questione è quella riferita alla stagione autunnale che spaventa dal punto di vista influenzale. Per la prefettura quindi non è il momento adatto ad allentare le restrizioni che sono state fino ad ora in vigore per evitare di mandare in tilt i contagi, come avvenne lo scorso anno.