Se con lo smart working si poteva pensare di aggirare il Green pass, adesso non sarà più così. Per i dipendenti comunali controlli a tappeto, ma non solo per chi dovrà accedere al luogo di lavoro, ma anche per chi dovrà lavorare da casa. Una decisione sgradita ad alcuni lavoratori e ai sindacati interni più arrabbiati. Di fatto se la situazione rimarrà invariata, la minaccia è quella di andare davanti ad un giudice.
Le loro parole sono state messe nero su bianco in una lettera spedita ieri a Giuliano Contaldi, responsabile della Cisl Fp di Roma. Nella lettera i sindacati sono fermamente convinti che “il possesso del certificato verde e la sua esibizione siano condizioni che devono essere soddisfatte esclusivamente al momento dell’accesso al luogo di lavoro”, in altre parole una richiesta che per i lavoratori posti legittimamente in smart working non è necessaria. Al momento niente che possa far pensare ad un cambio di direttiva, anche perché molti municipi di Roma stanno aspettando di capire chi governerà i 24mila dipendenti comunali.