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Giro di campo con saluto fascista dopo il match con l’Inter: bufera sul falconiere della Lazio (già sospeso)

Semplice scherzo, un momento di folle euforia per celebrare la vittoria o un gesto ‘politico’ e razzista fatto in piena consapevolezza per rinverdire nostalgicamente i fasti del passato? Chissà cosa passava per la mente al falconiere della Lazio Juan Bernabé quando sabato scorso, dopo la vittoria sull’Inter, per festeggiare ha pensato di fermarsi davanti ad un gruppo di tifosi della tribuna Tevere per fare il saluto romano e inneggiare più volte al Duce: il gesto, ripreso da un telefonino proprio da uno degli ultras e diventato virale in rete, sta sollevando aspre polemiche e travalicando i confini dello sport per approdare anche alla politica.

Lotito avrebbe voluto licenziarlo subito
L’episodio probabilmente sarebbe passato anche inosservato se non ci fosse stata la ripresa: Berbabè, infatti, accompagnato come sempre dall’aquila Olimpia (simbolo della squadra) stava compiendo il rituale giro di campo dopo la vittoria in campionato dei biancocelesti sull’Inter. Arrivato davanti ad un gruppo di tifosi però si ferma e, stando a quanto si vede nel video, al loro cospetto alza il braccio destro e lo stende più volte urlando la parola “Duce” mentre la piccola platea davanti a lui, probabilmente ragazzotti a sentire le voci, ride incredula per l’episodio. La scena pare abbia messo in forte difficoltà i vertici della Lazio: pur non essendo tesserato, infatti, il falconiere indossa la divisa societaria e basta questo per innescare un danno morale e d’immagine clamoroso. Secondo fonti interne alla dirigenza, infatti, riferiscono che Lotito e i dirigenti laziali – visibilmente imabarazzati per l’accaduto – avrebbero pensato inizialmente a un allontanamento temporaneo del collaboratore ma poi si è optato per la sospensione immediata con diffida: per il momento, Bernabé è stato sospeso senza alcun data e solo Lotito potrà in qualche modo riammetterlo alle manifestazioni che rappresenteranno la Lazio ma qualora dovesse commettere altri comportamenti inappropriati verrebbe licenziato.

La società biancoceleste: “Violato il codice comportamentale”
Per il volo dell’aquila verrà trovato un sostituto e i vertici della Lazio non intendono ripensarci. Oltre a provocare un danno di immagine per una società spesso accusata in passato di vicinanza ad ambienti dell’estrema destra, il gesto del falconiere viola il regolamento interno che era stati condiviso in passato con una lettera inviata a tutti i tesserati e collaboratori della società: nel codice comportamentale è previsto che chiunque rappresenti il club biancocelestre pubblicamente abbia l’obbligo di attenersi a regole ben precise astenendosi in modo rigoroso da ogni forma e manifestazione di tipo politico, soprattutto se discriminatoria e razzista. Proprio quello che, nel famoso video in questione, il collaboratore non dovrebbe fare. E in un comunicato sociale, la dirigenza lo mette nero su bianco spiegando che Juan Bernabè è dipendente di una società esterna e non tesserato: “La Società Sportiva Lazio ha inviato nelle scorse settimane una lettera ai fornitori per richiamarli al rispetto del Codice Etico in vigore ed in particolare ad un comportamento pienamente rispettoso dei principi ai quali si è sempre ispirata l’attività della Società, sia nel campo sportivo che nei rapporti ordinari. Pertanto, appresa l’esistenza di un video in cui si vedono atteggiamenti che offendono la Società, i tifosi e i valori ai quali la comunità si ispira, sono stati presi provvedimenti nei confronti della società finalizzati all’immediata sospensione dal servizio della persona interessata e all’eventuale risoluzione dei contratti in essere».

La presa di posizione della comunità ebraica: “Via i fascisti dal calcio”
Il polverone, però, nel frattempo ha travalicato i confini dello sport ed è diventato un caso politico: “Davanti all’ostentazione di gesti e simbologie che rievocano ideali fascisti – dichiara Noemi Di Segni, presidente dell’Unione Comunità ebraiche italiane – non possono esserci ambiguità e tentennamenti: il comportamento dell’addestratore dell’aquila Olimpia emblema della Lazio, immortalato in un video diventato virale, non lascia spazio a dubbi. Si intervenga, da parte della società e dalla Federazione, con la massima urgenza. Via i fascisti e gli odiatori dal mondo del calcio. Un odio che dal campo si propaga in ogni piazza”. E lui, il falconiere, cosa dice di quanto accaduto? Intervistato dai colleghi dell’Adnkronos lo storico addestratore non nega di avere simpatie di destra ma esclude idee fasciste: “Sono dispiaciuto per quello che è successo, in Spagna il gesto fascista si fa con il braccio teso in una linea retta – dice Juan Bernabè -. In Italia a quanto pare è anche così, dandosi una pacca sul petto. Io sono una persona assolutamente di destra, del partito Vox in Spagna come pure tanti amici calciatori, ma non di idea fascista, non è proprio nella mia mentalità. Sono un uomo che ha girato il mondo, che fa business in tutto il mondo e che ha rapporti con persone di tutte le razze: è stato un gesto dettato dall’impulso, un saluto militare, mai fascista. Tuttavia va bene, queste cose fanno parte della vita, ci sono momenti brutti e belli. E questo per me è un momento brutto».