Home NOTIZIE ATTUALITÀ Morti su strada e sul lavoro, nel Lazio è escalation di casi

Morti su strada e sul lavoro, nel Lazio è escalation di casi

Un ragazzo di soli 22 anni che muore in strada, sul lungotevere Aventino. L’operaio morto per una tragica caduta da un’impalcatura all’Eur, e un altro, a Primavalle, che si frattura le vertebre ed è gravissimo. Sono solo gli ultimi episodi di cronaca, in ordine di tempo, che ci ricordano come la Capitale, tralasciando per un attimo il Covid, viva giorno per giorno il confronto con due nemici mortali, gli incidenti sulla strada e sul lavoro. Per i primi neanche il lockdown è riuscito seriamente a fare da argine: con la progressiva ripresa delle attività lavorative e sociali, il dato sulle morti in strada ha ricominciato a salire a ritmo vertiginoso. Dall’altro lato, nel Lazio si osserva, da inizio 2021, un preoccupante crescendo di morti sul lavoro. Su questo sono d’accordo tutte le principali sigle sindacali, che osservano come il fenomeno sia molto evidente nel settore dell’edilizia, che se da un lato vive il fermento dovuto a Superbonus e fondi del PNRR, dall’altro non sta facendo abbastanza sul piano della salvaguardia della salute dei lavoratori. Una questione che assume ora rilevanza nazionale: il presidente del Consiglio Mario Draghi che a fronte dei 10 morti sul lavoro nelle ultime 48 ore, ha promesso un inasprimento delle pene per le aziende irregolari, un piano di assunzione per 2300 ispettori del lavoro e investimenti su formazione e prevenzione.