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Allarme cocciniglia, i cittadini pagano di tasca propria le cure con l’endoterapia per i pini

I pini di Roma la vita non li spezza, cantava Venditti in celebre pezzo ormai, per certi versi, non più evergreen. Perché a minacciare seriamente uno dei simboli più noti della Capitale è la cocciniglia. È ormai chiaro ai più come questo parassita sia capace di sterminare intere famiglie vegetali, basti pensare a quanto accade da alcuni anni con le palme. Adesso, una sotto specie dell’insetto, la cocciniglia tartaruga, da tre anni punta i pini da Roma a Fiumicino con un milione e 300 mila piante a rischio. L’infestazione è purtroppo già avanzata: a Castel Fusano l’80% della pineta è già compromesso, e chiome secche sono visibili in ogni parte della città. Mentre la scienza lavora per scovare il migliore antagonista biologico del parassita e in attesa di un’azione da parte delle istituzioni, a mobilitarsi sono i cittadini che stanno raccogliendo fondi per praticare l’endoterapia, una cura tampone che serve a contenere i danni. Dopo Villa Pamphilj è il turno di Villa Glori, con un costo, interamente sostenuto da volontari, di circa 100 euro a pino trattato. Intanto domani 30 settembre sarà organizzato anche il quarto Coccinella Day: due diversi tipi di coccinella saranno liberati nella speranza che fungano da predatori della temuta cocciniglia: su questa ipotesi, però, la comunità scientifica è ancora divisa.