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“La scelta di Anne – L’Événement”: dal diritto all’aborto al diritto al desiderio delle donne

Siamo nella Francia dei primi anni Sessanta, ma la storia potrebbe svolgersi benissimo in qualche stato del SudAmerica o dell’Africa oppure degli stessi Stati Uniti al giorno d’oggi. Una ragazza rimane incinta e vorrebbe interrompere la gravidanza per non compromettere la propria vita futura, rinchiudendola entro un recinto fatto di rimpianti e rimorsi. Vorrebbe, ma non può perché la legge non consente l’aborto.
“Non sono sicura sia un tema che possa essere trattato sistematicamente da chi decide di fare un film d’epoca – ammette la regista Audrey Diwan – di trattare una situazione sociale o politica passata. Quando uso la parola «passata», lo dico a prescindere da tutti quei Paesi dove la legge, ancora oggi, non consente l’aborto. “L’Événement” parla di un momento della nostra storia che è stato poco rappresentato. Ma io credo che un film cinematografico non possa limitarsi al suo soggetto, altrimenti gli si dovrebbe preferire un documentario. Con “L’ÉVÉNEMENT” avevo voglia di esplorare delle sensazioni, di trattare quella suspense intima che attraversa tutto il racconto. I giorni che passano, l’orizzonte che si restringe e il corpo come una prigione. E poi non si tratta solo dell’aborto”
Anne è una “disertrice sociale”. Viene da una famiglia proletaria (i genitori gestiscono una trattoria di campagna), è la prima della sua famiglia ad iscriversi all’università. L’ambiente universitario è borghese, i codici e la morale più severi. Sono gli stessi di un intero Paese nel 1963, solamente più accentuati. La rivoluzione sessuale era ancora a venire e ogni scelta, ogni pulsione, ogni desiderio personale si scontra con una morale figlia del decennio precedente. Anne finisce per divenire così il simbolo di un periodo di lotte collettive per l’affermazione di diritti personali.
“Il mio film non parla di amore, ma di desiderio – continua la regista – L’altro grande soggetto del film, per me molto importante, è il piacere. Anne rivendica il diritto al piacere. Non mi piace l’idea secondo cui il piacere di una donna sia accettabile solo in base ai sentimenti. Da questo punto di vista, nella storia di Anne c’è una pulsione gioiosa e contemporanea. A casa sua, tanta rabbia quanta invidia”.
L’envenement, vincitore del Leone d’oro all’ultimo festival di Venezia, è un film coinvolgente, sia a livello mentale sia fisico, capace di far sentire sulla pelle degli spettatori il dramma che la protagonista vive in ogni istante della sua vita. Ma allo stesso tempo è un film politico, fotografia di un’epoca lontana e vicina, che ci stupisce per la sua arroganza puritana diffusa e lo rende attuale in tutte le odierne manifestazioni revansciste.