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Green pass, primo giorno per ristoranti e locali: le nuove regole e polemiche

Dopo il via libera del Consiglio dei ministri, da oggi scatta l’obbligo del green pass per accedere a bar, ristoranti, musei, piscine, parchi tematici, congressi, spettacoli, fiere, teatri e cinema. La certificazione, disponibile dopo 15 giorni dalla prima dose di vaccino, dopo un tampone negativo entro le 48 ore o con attestato di avvenuta guarigione, sarà necessario per sedersi nei locali al chiuso, mentre non servirà per consumare al bancone o all’aperto.

Questione controlli

Spetterà agli stessi gestori delle attività controllare il possesso della certificazione verde. “Gli esercenti di bar e ristoranti – ha comunicato la Fipe Confcommercio – sono pronti al controllo del green pass dei clienti che consumeranno al tavolo all’interno dei locali ma non a un’eventuale verifica dei documenti di identità”.

Il green pass è uno strumento che servirà “per gestire questa fase epidemica – ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza –  In questa fase la scelta del governo è investire sul pass per evitare chiusure e tutelare libertà”.

Polemiche

Mentre tanti esercenti hanno accolto di buon grado la nuova misura per evitare la diffusione del virus ed evitare nuove chiusure, continuano le polemiche sull’utilizzo di tale strumento. Alcuni gestori criticano le limitazioni imposte dalla certificazione, altri chiedono fondi allo Stato per assumere personale con il compito di controllare il documento vaccinale all’entrata dei locali.

Sanzioni

In caso di violazione la norma prevede una multa da 400 a 1.000 euro sia a carico del proprietario sia dell’utente, scontabile del 30% se pagata entro 5 giorni. Se la violazione dovesse essere ripetuta in tre giorni diversi l’attività rischia fino a 10 giorni di chiusura.