Home NOTIZIE ATTUALITÀ Strage di Ardea: si accende il dibattito sull’arma di Pignani

Strage di Ardea: si accende il dibattito sull’arma di Pignani

La terribile strage di Ardea ha riportato drammaticamante a galla un tema, quello del possesso e della circolazione di armi da fuoco, attorno a cui adesso si accende un dibattito nazionale, politico e giuridico.

La pistola usata da Andrea Pignani per uccidere Salvatore Ranieri e i fratellini Daniel e David Fusinato è metaforicamente ancora calda mentre i carabinieri e la Procura di Velletri focalizzano le indagini sul perché la famiglia del killer non avesse dichiarato di possederla malgrado la Beretta fosse di proprietà del padre di Pignani, guardia giurata e quindi titolato ad avere la pistola ma, tuttavia, morto nel 2020.

In materia, ovvio, non vige alcuna natura ereditaria: non essendo arrivata alcuna segnalazione post mortem, le istituzioni non si sarebbero allertate per cercarla e la madre di Pignani stessa avrebbe poi dichiarato di non averla trovata in casa. Un’arma, dunque, irregolarmente detenuta e sfuggita al controllo.

Il compito di vigilare su chi detiene un’arma è dello Stato. Come per il porto, la licenza per il possesso di un’arma è disciplinata dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e dal regolamento di attuazione. Il nulla osta è rilasciato dalla questura di competenza solo a chi abbia compiuto la maggiore età e non abbia precedenti penali.

La licenza consente la detenzione delle armi e delle munizioni nella propria abitazione ma non il trasporto all’esterno, per il quale è obbligatoria una licenza apposita. La denuncia di detenzione di armi, deve essere effettuata presso un commissariato della Polizia o dai Carabinieri.

Il tema è tornato con prepotenza sui banchi delle istituzioni: il segretario Pd Enrico Letta chiede di rivedere la legge, linea condivisa con l’Associazione nazionale funzionari di Polizia. Vincenzo del Vicario, Segretario Nazionale del Sindacato Autonomo Vigilanza Privata mancherebbe un adeguato sistema informatizzato di controllo”.

La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha assicurato che determinerà il perché quella Beretta fosse nelle disponibilità di Pignani: “Attualmente – precisa la ministra – “la tracciabilità delle armi è garantita attraverso il Ced, ma è in via di conclusione un regolamento che disciplina il sistema informatico di questi dati. Si tratta di un testo già condiviso con le altre forze di polizia, è stato portato alla condivisione anche con le associazioni del relativo comparto”. Un regolamento che doveva essere adottato a fine 2018.