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Covid Lazio, situazione in miglioramento. La Regione spera nella zona gialla dal 26 aprile

Da giorni calano contagi e occupazione dei posti letto nelle terapie intensive. Giù anche l'indice Rt, nell'ultimo monitoraggio dell'Iss di venerdì scorso, sceso a 0.79. Con vaccino Johnson sprint alla campagna vaccinale

Nelle ultime 24 ore nel Lazio calano i contagi, i decessi e le terapie intensive, mentre aumentano i ricoveri. Dati in miglioramento da diversi giorni, grazie anche alle misure restrittive adottate in aprile, che potrebbero far scattare già dal 26 la zona gialla, con le nuove aperture attese nel prossimo decreto.

Nel frattempo in regione procede senza sosta la campagna vaccinale. Ieri sono state effettuate quasi 35mila iniezioni, anche se l’assessore alla Sanità laziale, Alessio D’Amato, fa sapere che presto il numero potrebbe “salire fino a 40mila somministrazioni al giorno”.

Molto dipenderà, però, dalle consegne dei vaccini. In mattinata sono arrivate altre 1.5 milioni di dosi del farmaco Pfizer, che già oggi saranno redistribuite tra le regioni. Riflettori puntanti anche su Johnson & Johnson. Il siero, l’unico monodose, ieri ha ottenuto il parere favorevole dell’Agenzia europea per i medicinali e dell’Aifa, che lo ha raccomandato a persone di età superiore ai 60 anni.

L’Ema ha riconosciuto “possibili” legami di causa-effetto tra il vaccino Johnson & Johnson e gli eventi “molto rari” (sette su sette milioni di immunizzati negli Stati Uniti) di trombosi cerebrale, ma riconosce anche che “i benefici superano i rischi”.

Dopo l’ok dell’Ema sul vaccino Johnson & Johnson, al via le iniezioni nei nuovi hub di Valmontone e Tor Vergata. Per la possibilità di fare il vaccino in farmacia, dalle quali la Pisana si aspetta un contributo di circa 20mila somministrazioni al giorno, bisognerà attendere probabilmente la prima o la seconda settimana di maggio.

In 50mila spostano il domicilio per farsi vaccinare nel Lazio

Il funzionamento della campagna vaccinale laziale “attrae” i residenti delle regioni più indietro. Circa 50mila persone, come riportato dal Messaggero, hanno chiesto il domicilio e un medico di base nel Lazio per farsi vaccinare prima. “Un riconoscimento per la qualità del nostro lavoro”, ha detto D’Amato, sottolineando che non vorrebbe però “casi di emulazione perché le dosi sono poche e vengono distribuite in base alla popolazione”