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Roma, rapine in serie tra Termini e Flaminio: presa baby gang “Il trio che spacca”

immagine di repertorio

Calci, pugni e minacce per derubare coetanei sulla metro o per strada. Una banda di giovanissimi rapinatori, 4 appena maggiorenni e 4 ragazzini, è stata fermata a Roma dalla Polizia.

L’obiettivo del gruppo che in una chat si definiva “Il trio che spacca” non era solo rubare soldi, telefoni o catenine d’oro, ma anche umiliare le vittime. Atti di bullismo come nel caso avvenuto in zona piazza del Popolo dove la baby gang dopo aver individuato il bersaglio l’ha prima colpito con calci e pugni e poi derubato delle  scarpe.

Il branco

Ieri però gli agenti della Squadra Investigativa del commissariato Viminale, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di A.F di anni 21, A.D. di anni 19, P.D. di anni 20 e T.V. di anni 19. Ritenuti responsabili di 3 rapine tra il 23 e il 30 gennaio in concorso tra loro e con altri 4 minorenni, nei cui confronti è stata applicata la misura cautelare della permanenza in casa.

Sono ancora in corso indagini per accertare la commissione di altri delitti da parte della baby gang avvenuti a partire dal dicembre 2020.

La rapina alla stazione Termini

Le indagini sono partite lo scorso 30 gennaio in seguito a una rapina nei locali della metropolitana alla fermata Termini. Le vittime di 15 e 17 anni, seguite dalla banda fin dalla fermata Flaminio, sono state accerchiate, picchiate e derubate di soldi e telefoni sotto la minaccia di tirare fuori un coltello.

Fatti confermati dalle immagini delle telecamere che immortalano gli 8 mentre fuggono sulle scale.

Dall’analisi del traffico del telefono cellulare preso ad uno dei minori, è emerso che lo smartphone era stato utilizzato poco dopo la rapina da A.F. Portato in commissariato, il 21enne ha ammesso di aver partecipato. A riprova in casa sono stati trovati i vestiti che aveva indosso quel giorno.

Confessioni nella chat: “Il trio che spacca”

Dalla memoria del telefono di A.F., gli investigatori hanno scoperto poi l’esistenza di una chat su whatsapp chiamata “Il trio che spacca”. Nella chat c’erano messaggi che si riferivano chiaramente alla rapina denunciata, ma anche a colpi precedenti.

Gli investigatori sono quindi risaliti ad altre due rapine: in un caso il 30 gennaio a piazza del Popolo una commessa è stata derubata di un cappellino e di una catenina d’oro. Nell’altra, nella stessa zona, il 23 gennaio la vittima dopo esser stata colpita con calci e pugni era stata derubata delle sue scarpe.

Atti di bullismo

Dal tenore delle conversazioni, è stato possibile comprendere l’esistenza di un vero e proprio branco che approfittando della forza del numero commetteva rapine ed atti di bullismo. La vittima di turno, non potendo difendersi, consentiva agli 8 di prendergli facilmente portafogli, scarpe griffate o telefono cellulare.

I vestiti indossati dalla banda durante la rapina a Termini, nonché il cappello e le scarpe presi nelle due precedenti sono stati trovati nel corso delle perquisizioni.

Si vantavano anche sui social

Ulteriori elementi di prova sono arrivati dall’analisi degli altri telefoni cellulari sequestrati. Nelle conversazioni sui social network gli indagati si vantavano di quanto fatto rivendicandone così la paternità.