Home NOTIZIE ATTUALITÀ Tra Regione e Governo è guerra sul deposito per le scorie nucleari

Tra Regione e Governo è guerra sul deposito per le scorie nucleari

Il Lazio non può ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari che da tempo l’Italia attende di allestire e che tuttavia non trova un luogo disposto ad ospitarlo. A ribadire l’inidoneità territoriale della regione è Roberta Lombardi, assessore alla Transizione Ecologica e alla Trasformazione Digitale della giunta regionale.
Una dura presa di posizione che rischia di aprire un serrato confronto politico con il governo nazionale e che riaccende un dossier incandescente, già spunto in passato di apre polemiche e di dure proteste da parte delle popolazioni potenzialmente interessate ad ospitare gli impianti che negli ultimi tempi si era ipotizzato di insediare soprattutto in provincia di Viterbo: “Il territorio regionale – spiega Roberta Lombardi – presenta gia’ un quadro fortemente impattante legato all’inquinamento nucleare di origine industriale e medica: questa regione ospita la ex centrale nucleare di Borgo Sabotino, in provincia di Latina, oltre al Centro Ricerche dell’Enea Casaccia, nel Comune di Roma, dove sono custoditi i rifiuti speciali ospedalieri e vengono svolte attività di ricerca.
In provincia di Viterbo, inoltre, è presente anche la centrale di Montalto di Castro, progettata e costruita nei primi anni 80 con due reattori nucleari e poi riconvertita in centrale termoelettrica dopo il referendum del 1987 con cui l’Italia abbandonò il nucleare”. La Tuscia, dunque, potrebbe uscire dall’elenco delle are individuate: la linea della Regione infatti è affossare la mappa di 22 siti che erano già stati individuati perchè con “caratteristiche inadeguate per la realizzazione del centro unico per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi” alla luce della constatazione che questo territorio ospita già impianti ad alto impatto ambientale verso i quali è necessario invertire la rotta, avviando una seria riflessione sulla loro riconversione ecologica”.
Parole dolci come il miele per ambientalisti e detrattori del progetto, nonostante i toni dello scontro istituzionale siano davvero molto accesi: “Ribadiamo- spiega l’assessore Lombardi- che il deposito nazionale di scorie nucleari nei Comuni del viterbese è un’ipotesi senza senso sia da un punto di vista strategico vista la mancanza di infrastrutture viarie adeguate per servire un simile impianto sia per le caratteristiche ambientali, archeologiche e turistiche della Tuscia, che sono incompatibili con la realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari”.
Del resto l’elenco delle virtù di questi territori è decisamente ricco e articolato tra arte ed enogastronomia:  dal sito Unesco dell’acropoli etrusca del Comune di Tarquinia ad autentiche eccellenze come l’olio d’oliva DOP, l’asparago DOP del comprensorio del Comune di Canino e la produzione di nocciole. Un paniere di assoluto valore per il mercato turistico e agroalimentare del Lazio che mal si potrebbe conciliare con l’eventuale apertura del contestato deposito per le scorie nucleari.
La Regione dunque è pronta ad andare allo scontro con il Governo, anche se i toni restano nell’alveo della diplomazia: “Apprezziamo l’impegno del Governo, che sta lavorando per porre fine ai ritardi nella ricerca di un deposito nazionale per lo smaltimento delle scorie nucleari- conclude l’assessore Roberta Lombardi- ma dichiaro la mia contrarieta’ a questa ipotesi e faremo tutto cio’ che e’ di nostra competenza per scongiurare questo progetto”.