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Ora legale: stanotte si rinnova ‘il magico salto temporale’ che l’Ue s’illude di poterci togliere

Sono ormai lontani i tempi dei nostri nonni quando, fin dal primo pomeriggio, era un continuo: “ricordiamoci di rimette l’ora”.

Tempi ‘eroici’, quando prima di mettersi a letto, in occasione dell’ora legale, bisognava ‘passare in rassegna’ sveglie, orologi ed ammennicoli vari. Un compito che avremmo poi replicato  all’inverso – pochi mesi dopo, in occasione dell”ora solare’, foriera della stagione invernale.

Oggi è tutto automatico, con la digitalizzazione ogni dispositivo si aggiorna da sé, e per noi questo ‘salto temporale’, è forse in un lieve senso di stanchezza per l’ora di sonno persa.

Ma è il risveglio ‘cantato dalle rondini’ e, sopratutto il tramonto che ne consegue, a farci amare le giornate più lunghe che, insieme all’estate, ci regala l’ora solare.

Ora legale: stanotte, ‘come per magia’, le due diventeranno le tre

Dunque ‘ci risiamo’: stanotte come per magia, le 02 diverranno le 03, per effetto di un ‘rituale’ – come abbiamo detto – per noi ormai storico.

Tuttavia, così come per molte altre situazioni od eventi che hanno scandito la nostra adolescenza, – quando non un ‘passaggio’ della nostra cultura – anche qui ci sta ‘mettendo lo zampino’ l’Europa.

Ora legale: le pressioni dell’Europa per abolirla. Ma per noi anche questo è storia…

Nel 2018 infatti, attraverso la ‘solita’ risoluzione, il Parlamento europeo ha praticamente invitato tutti i Paesi Ue a decidere – proprio entro quest’anno – se voler mantenere o meno il puntuale cambio orario annuale.

Una scelta che all’Italia non va giù, del resto era il 1916 e, complice il boom dell’industria, l’ora legale fu approvata in un momento delicato della nostra storia, in cui eravamo praticamente ‘assetati’ dal bisogno energetico.

Da allora, l’ora legale è andata ‘più o meno’ rinnovandosi di anno in anno, fino al 1966, quando acquisì definitivamente la sua ragion d’essere.

Visto che la decisione finale sull’abolizione è ad appannaggio di ogni singolo paese, la sensazione è che stavolta la Ue dovrà prepararsi ad incassare un sonoro e deciso ‘no grazie!’

Max