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Il dinamismo di Sezze contro la pandemia: così lo storico borgo resiste alla crisi

Tra i monti Lepini è tornato all’antico splendore l’Anfiteatro, o il “Teatro Sacro Italiano”, grazie all’“Associazione della Passione di Cristo”

Sezze, uno dei 33 comuni in provincia di Latina, è tra i più antichi del Lazio meridionale. Vanta una nota lodevole e di ribalta nazionale. Dopo 64 anni di buio e di polvere, la città di Sezze è tornata a riappropriarsi e ad ammirare alcuni dei luoghi storici e più caratteristici di un sito che da sempre appartiene alla memoria, alla storia e alla cultura del centro lepino. È il Teatro Sacro Italiano comunemente chiamato “Anfiteatro”.
Un recupero dovuto all’opera meritoria dell’Associazione della Passione di Cristo di Sezze che, dal 1933 organizza la Sacra Rappresentazione del venerdì santo. L’evento è noto in tutta Italia e anche a livello internazionale.
Nei giorni scorsi è stata ripulita e riportata alla luce la collina che negli anni Cinquanta fungeva da Golgota per le scene della Passione di Cristo di Sezze. Inoltre, i lavori di questi giorni hanno consentito il recupero e la ristrutturazione delle tre imponenti croci poste in cima a questa collinetta simbolo del calvario di Gesù e dove, sempre negli anni Cinquanta, veniva realizzata la maestosa scena della crocifissione. Le croci sono state ricoperte in legno e messe in sicurezza, mentre è stato rintracciato ed evidenziato il vecchio camminamento che dalla base del Golgota porta in cima alle croci. Infine, sono state ripulite e riportate al loro splendore le due grandi grotte carsiche naturali, poste lungo la strada che conduce all’interno del Teatro Sacro Italiano.
Quest’opera di pulizia e valorizzazione del sito ha come obiettivo di riportare l’attenzione su un sito straordinario, a cui i cittadini di Sezze sono da sempre molto legati, che merita una giusta valorizzazione in senso storico e turistico. Il complesso fu realizzato negli anni Cinquanta del secolo scorso per iniziativa dell’allora presidente dell’Associazione della Passione di Cristo di Sezze, l’avvocato Filiberto Gigli, per destinarlo ad ospitare le repliche estive della Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo. Allo scopo venne realizzata una magnifica struttura, con gradinate in grado di contenere fino a 12.mila spettatori e la riproposizione del Golgota in cima ad una collinetta naturale. L’ultima edizione di questo grande evento fu realizzata nel 1957, prima che il complesso fosse adibito a campo di calcio e, successivamente, reso inutilizzabile da lunghi lavori di ampliamento mai portati a termine.
Ora, con orgoglio e tanto lavoro, l’Associazione della Passione di Cristo ha fatto riscoprire la bellezza di questi luoghi, liberati dai rovi e dai materiali inerti che negli anni si erano accumulati. Il sito, inoltre, è utilizzato in questi giorni per girare alcune scene della Passione di Cristo di Sezze ma l’auspicio è che possa essere al più resa di nuovo fruibile al pubblico l’intera area del Teatro Sacro Italiano. Un primo passo è stato compiuto.
Raffaele Panico