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Carceri, Stramaccioni (garante per i detenuti di Roma): “Vaccini a maggio, la situazione è ancora tesa”

A volte si trovano in sei, chiusi dentro una cella. Lontani dal mondo quando c’è da affrontare l’isolamento. Quasi un anno senza contatti con l’esterno che non sia qualche telefonata veloce, per sapere quello che succede fuori. Quello che all’esterno chiamano distanziamento sociale in carcere non esiste.

Così i detenuti vivono nell’incertezza l’epidemia da Covid, che fa sempre più paura: mentre le carceri rimangono piene, come spiega Gabriella Stramaccioni, garante per i detenuti del Comune di Roma: “Ci sono differenti modalità d’azione da parte delle Asl. Ci sono delle Asl che hanno operato con tamponi a tappeto per la popolazione detenuta e questo ha permesso di tenere sotto controllo la situazione. Ci sono altre Asl, come quella a cui competono i quattro plessi di Rebibbia, che non hanno usato questa metodologia”

La rimodulazione del piano vaccinale ha aperto però uno spiraglio. Detenuti e personale penitenziario sono stati inseriti tra le categorie a rischio, alle quali verranno destinate le prime dosi di vaccino AstraZeneca in arrivo in Italia. Ma l’avvio della campagna vaccinale per i detenuti non sarà così immediato: “Da quello che sappiamo per i detenuti la campagna vaccinale inizierà a maggio – spiega Stramaccioni – i medici che operano all’interno degli istituti sono stati vaccinati e sono arrivati i moduli al personale penitenziario”

“Le persone detenute potrebbero rientrare a contatto con l’esterno, e la vaccinazione potrebbe garantire al personale penitenziario di entrare e uscire dal carcere in sicurezza. La percezione del Covid è molto pesante in carcere, bisogna muoversi in fretta. La situazione è ancora molto tesa, c’è bisogno di relazione con l’esterno”, conclude Stramaccioni.