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Lavoro giovanile: la Raggi ‘offre locali gratuitamente’ per incentivare il commercio, ma le incognite sono tante…

La sindaca Virginia Raggi (foto profilo Facebook Raggi)

“La rinascita ed il rilancio dell’economia passa per le periferie. In un momento in cui le attività sono in ginocchio a causa dell’emergenza,  vogliamo creare lavoro dando a privati ed imprenditori il supporto necessario per ripartire”.

Così la sindaca Raggi, annunciando il progetto, pensato per quelle zone dove, spiega, “è più alto il rischio di disagio economico e sociale,  offrendo quindi un’alternativa, sopratutto per i giovani, anche per evitare che vengano attirati da gruppi criminali che operano in alcuni quartieri”.

Lavoro giovanile: un progetto che agevola ed incentiva il commercio

In sintesi, la nuova iniziativa pensata dalla delegata alle periferie, Federica Angeli, di concerto con la Vivarelli (assessora al Patrimonio) e Coia (Sviluppo Economico), prevede che per i primi 24 mesi, gli aspiranti imprenditori-commercianti, (ai quali saranno assegnati locali di proprietà del Comune), non pagheranno nemmeno un euro di affitto. Tuttavia, in questo lasso di tempo, dovranno provvedere alla ristrutturazione e all’avviamento dell’attività, e soltanto al termine del vantaggio loro concesso sarà stabilito un ragionevole canone di locazione.

Lavoro giovanile: decine i locali individuati sul territorio dell’urbe

Al momento, come dicevamo, sono stati già individuati oltre 50 locali, per lo più in quartieri socialmente ‘difficili’ (come quelli interni al X Municipio), ma la disponibilità dovrebbe riguardare buona parte dell’area urbana della Capitale.

Lavoro giovanile: sono però tante ed insidiose le ‘incognite’

Un progetto indubbiamente nobile ed ambizioso, che se attraverso l’assegnazione – ed i 2 anni di affitto risparmiato – facilita le aspirazioni imprenditoriali di quei giovani altrimenti destinati al nulla, espone però gli stessi alla difficile convivenza con quelle realtà criminali locali, che il progetto intende combattere.

Senza contare poi l’aspetto economico della questione. Ok l’affitto gratuito, ma ristrutturare e poi avviare una qualsiasi attività attraverso gli ordini della merce, richiede di per se un impegno finanziario non da poco, e purtroppo – visto il momento che stiamo vivendo – difficilmente i giovani possono disporre di abbastanza denaro.

Lavoro giovanile: per l’apporto delle banche e le tasse, urgono garanzie

Altro nodo le banche. Come risaputo, per avventurarsi nel commercio è fondamentale l’apporto economico di queste ultime, che ‘valutano’ in prospettiva la tempistica e la certezza del ritorno dei capitali ‘anticipati’. In questo caso siamo certi che gli istituti bancari si prestino a finanziare – a buffo – il salto nel buio di questi speranzosi giovani?

E le tasse, sono previste agevolazioni?

Lavoro giovanile: senza un adeguato ‘accompagnamento’ troppi rischi

Ultima incognita infine, la più probabile, è che le realtà criminali colgano l’occasione al volo, investendo i loro proventi illeciti, usando così i giovani del quartiere come prestanome. Insomma un progetto sì lodevole ma, come abbiamo visto, se non attentamente accompagnato dall’amministrazione, destinato a rimanere sulla carta…         

Max