Cento cremazioni in più a settimana. È questo l’annuncio di Ama, che si propone di sciogliere il sostanziale stallo delle ultime settimane, con un sistema in netta difficoltà e quasi al collasso.
Poco più di una toppa, secondo alcuni, considerando il fabbisogno attuale della Capitale. Le cremazioni salgono da 200 a 300, ma il timore è che questo non basterà a fermare la grottesca corsa delle agenzie funebri, ogni lunedì mattina in gara per arrivare in tempo al cimitero di Prima Porta per rientrare nel tetto settimanale.
Numeri insufficienti, quindi, per dato di fatto ma anche in base agli accordi in vigore. L’appalto per Prima Porta, infatti, prevede la realizzazione di 60 cremazioni giornaliere con un massimo di 75 nei mesi più critici, da dicembre a febbraio. Cifre alla mano, Ama sarebbe quindi indietro di 225 cremazioni rispetto allo standard richiesto.
Situazione che resta quindi molto delicata, per la quale protesta l’opposizione capitolina, i cittadini e le agenzie funebri. L’emergenza Covid c’è in tutta Italia, si sottolinea a gran voce, eppure altrove i servizi cimiteriali funzionano.
