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Covid, le domande per infortunio in prevalenza da medici e infermieri

La freddezza dei dati e delle statistiche hanno il potere spesso di confermare quello che appare inizialmente come un sentimento comune e diffuso, e anche questa volta non vengono smentiti.

Gli operatori sanitari, tutti coloro che a gran voce, da circa un anno, vengono illustrati come eroi, ricevono purtroppo troppo spesso proprio la sorte riservata ai protagonisti positivi di ogni storia.

Sono i medici e gli infermieri a pagare il prezzo più alto dell’emergenza Covid, frutto amaro ed inevitabile di una battaglia combattuta rischiando in prima linea. I dati che lo testimoniano sono quelli dell’Inail, in base ai quali quella degli operatori sanitari è la categoria più toccata dagli infortuni sul lavoro.

I contagi sul lavoro da Covid denunciati all’Inail fino a fine anno superano i 131mila, il 23,7% ovvero quasi un quarto della totalità delle denunce di infortunio. I decessi sono 423, in maggioranza uomini con un’età tra i 50 e 64 anni.

In generale, ad essere maggiormente colpiti gli infermieri, categoria che precede gli operatori socio-sanitari e poi i medici. Differenze fra prima e seconda ondata: negli ultimi mesi, infatti, a crescere sono stati soprattutto i contagi, mentre minore è il numero dei morti rispetto al periodo iniziale della pandemia.