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Roma, nascondeva in casa una pistola rubata: 29enne arrestato a Boccea grazie all’app Youpol

E’ stata una segnalazione su Youpol – l’app della Polizia di Stato – a far arrestare un 29enne italiano che nascondeva in casa una pistola rubata. La segnalazione descriveva la presenza di un uomo, armato di pistola, che girava a bordo di una lussuosa berlina tedesca. Gli agenti della sala operativa della Questura di Roma, sviluppando le informazioni ricevute dall’App, hanno quindi indirizzato alcune Volanti nel quartiere Boccea.

I poliziotti, dopo un primo riscontro dalla presenza dell’auto segnalata parcheggiata vicino alla casa del sospettato, hanno bussato alla porta di P.A, 29enne romano già noto alle Forze dell’Ordine. Sotto il cuscino di un divano-letto è stata trovata una pistola semiautomatica, marca Ruger calibro 9, completa di munizionamento e “pronta al fuoco”. L’arma, con le cautele del caso, è stata messa in sicurezza e sequestrata. Da un primo accertamento la pistola risultava rubata circa 2 anni fa.

Durante la perquisizione del veicolo, è stato trovato un nascondiglio creato ad arte sotto il volante della berlina, nel posto esatto indicato nella segnalazione, dove l’uomo teneva l’arma quando usciva di casa.

P.A. è stato arrestato per la detenzione illegale dell’arma e ricettazione.

App Youpol: nel 2020 oltre 1.500 segnalazioni alla Questura di Roma

Nel 2020, nella sola Questura di Roma, sono state registrate 54 segnalazioni di violenza domestica, 434 per droga, 96 di bullismo ed altre 932 per varie situazioni.

L’App Youpol, è entrata orami nel quotidiano della Questura di Roma da più di 3 anni. Tra le altre funzioni c’è la possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato. È inoltre possibile dall’App chiamare direttamente il 112 NUE e, dove non fosse ancora attivo, risponderà la sala operativa 113 della Questura. Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di fare segnalazioni in forma anonima. Anche chi è stato testimone diretto o indiretto – per esempio i vicini di casa –  può denunciare il fatto all’Autorità di polizia.

Consente inoltre alle donne segregate in casa dal contenimento pandemico di chiedere soccorso, anche in forma anonima, sia con i messaggi di testo che con immagini consentendo la geolocalizzazione della vittima o del segnalante il quale può richiedere aiuto direttamente alla Sala Operativa della Questura di residenza.