A una settimana dalla riapertura delle scuole si allarga il coro di proteste sul piano deciso dalla Prefettura che prevede ingressi scaglionati alle 8 e alle 10 e lezioni di sabato. Dopo le critiche arrivate dall’Associazione nazionale presidi e dai sindacati, ora a mobilitarsi sono diversi istituti del centro di Roma. Oltre a dover risolvere come tutti la questione dell’orario scolastico allungato fino al pomeriggio, contestano l’apertura di sabato vista la “significativa presenza di studenti di religione ebraica”.
A scendere in piazza ieri sono stati invece i ragazzi della Rete degli studenti del Lazio che davanti a tante scuole romane hanno impugnato il megafono per elencare quello che manca per un ritorno in classe in sicurezza: in primis il problema dei trasporti. Intanto l’ufficio scolastico regionale ha inviato un vademecum per la ripresa delle attività didattiche in presenza il 7 gennaio. Torneranno in classe subito il 50 per cento dei ragazzi che arriveranno al 75 per cento dal 18 gennaio con lezioni anche di sabato. Il 40 per cento entrerà alle 8 e il 60% alle 10. Per il prefetto Piantedosi però si tratta di un piano flessibile. “Ci riserviamo – ha detto a la Repubblica – modifiche sulla base delle interlocuzioni con le scuole e le aziende dei trasporti”.
