Home NOTIZIE ATTUALITÀ Coronavirus, a Latina +155% casi nell’ultima settimana: scatta il mini lockdown

Coronavirus, a Latina +155% casi nell’ultima settimana: scatta il mini lockdown

Ristoranti e pub chiusi alle 24, numero contingentato in locali e palestre, divieto di accesso alle strutture sanitarie per visite a parenti o amici. Scatta oggi il mini lockdown in Provincia di Latina dove il numero dei positivi nell’ultima settimana è aumentato del 155%. L’ordinanza del presidente Zingaretti valida per le prossime due settimane punta a garantire il contingentamento e il distanziamento sociale per prevenire un ulteriore aumento dei casi.

“E’ una misura necessaria per contenere i numeri del virus che nell’ultima settimana hanno fatto registrare un aumento considerevole in rapporto alla popolazione residente” commenta l’assessore regionale Alessio D’Amato. “Confidiamo in uno spirito di collaborazione da parte di tutti i soggetti interessati e nell’attivazione degli opportuni controlli da parte delle Istituzioni preposte. E’ indispensabile, in questa fase, – conclude – rispettare queste regole che non vogliono minimamente essere punitive, ma di prevenzione per evitare ulteriori e più gravose limitazioni sull’intera provincia”.

L’ordinanza

1) Contingentamento a numero massimo di 20 persone, previa registrazione e adozione delle misure generali di prevenzione, partecipanti a feste private, anche successive a cerimonie religiose; per queste ultime continueranno ad osservarsi i provvedimenti tuttora vigenti;

2) Contingentamento a massimo 4 ospiti per tavolo, con rispetto del distanziamento sociale, nei ristoranti e nei locali di somministrazione di alimenti e bevande;

3) Chiusura anticipata dei pub, bar e ristoranti alle ore 24;

4) Obbligo di esposizione, all’ingresso degli esercizi commerciali e degli uffici aperti al pubblico, di un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente, in rapporto alle dimensioni dei locali e nel rispetto del distanziamento sociale;

5) Divieto di assembramento nelle aree antistanti l’accesso di scuole, banche, uffici postali e altri uffici pubblici oltre che nei luoghi pubblici (piazze, parchi, spiagge, ecc…);

6) Divieto di accesso alle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per visite a parenti o amici ricoverati ovvero accesso regolamentato, in casi eccezionali e all’esito di autorizzazione scritta da parte del responsabile sanitario della struttura di ricovero;

7) Contingentamento del numero di persone che possono frequentare contemporaneamente palestre, scuole di ballo e altre attività di natura sportiva effettuata in luoghi chiusi con esposizione di cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente in rapporto alle diverse aree di attività della struttura, inclusi gli spogliatoi, nel rispetto del distanziamento sociale, assicurando attività di sorveglianza a carico dell’esercente;

8) Favorire il lavoro agile, laddove praticabile.

Dg Asl Latina: vogliamo scongiurare ipotesi serrata

“È al solo scopo di evitare l’adozione di misure più stringenti, in ipotesi anche la riproposizione di un periodo di serrata che tutti noi vogliamo scongiurare, che oggi si rende necessaria l’adozione di misure restrittive su tutto il territorio provinciale», ha commentato il direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati.

“Il virus è estremamente diffuso in tutta la Provincia – continua il direttore generale Casati. – “Se si osserva la distribuzione dei casi per singolo Comune, ben 14 hanno superato abbondantemente la soglia di attenzione, fissata in 10 casi attivi per 10mila abitanti, e altri 4 si avvicinano a tale parametro”.

Impossibile identificare il caso zero

“L’analisi dei link epidemiologici, da un lato, – prosegue Casati – ha evidenziato focolai lavorativi o legati a feste organizzate a seguito di cerimonie, dove i soggetti interessati provengono da Comuni diversi e anche distanti fra loro, dall’altro si è in presenza, fatta eccezione per due o tre situazioni significative, di focolai di piccole dimensioni, diffuse su tutto il territorio della Provincia, sui quali non è stato possibile identificare l’origine del contagio (caso zero)”.