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Roma, occupano casa popolare ad Acilia: padre e figlio costretti a mendicare

Raggirati da una donna che per togliergli la casa popolare si finge incinta. Una truffa durata anni che ha costretto padre e figlio a mendicare e vivere in roulotte.

E’ stato grazie al Comandante della Stazione dei Carabinieri di Ponzano Romano, che i due sono rientrati in possesso ieri del loro appartamento ad Acilia. La truffatrice ed il suo complice, sono stati denunciati per circonvenzione di incapaci, truffa ed estorsione. I militari infatti, stupiti dalla facilità con cui i due raggiravano da anni le loro vittime, hanno chiesto ed ottenuto dalla Procura della Repubblica di Roma una perizia psicologica. Dimostrando così le minorate capacità delle vittime, di cui hanno approfittato i due truffatori.

Da Acilia a Filacciano: la storia

Ad agosto 2019 i Carabinieri della Stazione di Ponzano Romano avevano controllato in strada due uomini, giunti da poco a Filacciano. I due, padre e figlio, in evidente condizione di povertà, avevano trovato rifugio in una piccola abitazione. Nonostante prendessero entrambi una pensione, erano stati visti in più occasioni mendicare. I Carabinieri, sono riusciti a farsi raccontare da padre e figlio il raggiro che avevano subito da una donna.

La falsa gravidanza e l’estorsione

Assegnatari, sin dal 2005, di una casa di proprietà del Comune di Roma, ad Acilia, nel 2013 erano stati avvicinati da una donna che si era resa disponibile ad aiutarli nelle faccende domestiche. Facendo credere loro, falsamente, di essere in attesa di un bambino dal ragazzo, ha estorto denaro al presunto futuro padre. Tra il 2013 e il 2016, ha beneficiato di quasi l’intero importo di una eredità. Circa 30mila euro, oltre a 500 euro mensili.

Cacciati di casa

Agli inizi del 2016, la truffatrice aveva presentato ai due un’altra persona, intenzionata ad acquisire l’immobile del comune di Roma in cui i due vivevano. La donna aveva così indotto le sue vittime, dietro la promessa di curare i loro interessi, ad abbandonare definitivamente l’immobile di Acilia. Ad agosto i raggirati erano stati estromessi definitivamente dalla casa popolare di Acilia, trasferendosi a Civitella San Paolo, dove i tre soggetti hanno convissuto fino a gennaio 2017. Ma le incessanti richieste di denaro da parte della donna che non provvedeva alla loro assistenza, hanno portato ad una frattura dei rapporti. Tanto da costringere addirittura padre e figlio a vivere all’interno di una roulotte parcheggiata in un deposito di ponteggi in zona Acilia Per sdebitarsi con il proprietario facevano i custodi.

Le minacce: “Zitti, o vi brucio nella roulotte”

In più occasioni padre e figlio, erano poi tornati nell’appartamento che l’uomo che aveva promesso loro di acquistare la casa aveva occupato con l’intero nucleo familiare: moglie e 2 figli. Minacciandoli inoltre di non rivolgersi ai Carabinieri poiché in caso contrario “li avrebbe bruciati all’interno della roulotte”.