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Roma, confisca beni per 22 milioni al clan dei Casalesi

Confisca definitiva di beni a 5 appartenenti al “clan dei Casalesi-Gruppo Iovine” e al “Gruppo Guarnera” di Acilia. La Guardia di Finanza di Roma ha eseguito oggi il decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello capitolina.

Il decreto determina la definitiva acquisizione dei beni da parte dello Stato. Confiscati beni per un valore superiore ai 22 milioni di euro. Vale a dire: capitale sociale e intero patrimonio aziendale di 7 imprese. Nove unità immobiliari e un terreno a Roma e in provincia di L’Aquila, 2 auto, 2 moto e rapporti finanziari.

Operazione “Criminal Games”

Il provvedimento, divenuto definitivo per effetto della sentenza della Corte di Cassazione, parte da una vasta indagine delle Fiamme Gialle. Nell’operazione “Criminal Games” del 2013, sono stati arrestati Mario Iovine, Sergio Guarnera, Sandro Guarnera, Franco Crispoldi e Arben Zogu. Accusati di estorsione, usura, intestazione fittizia di beni e illecita concorrenza con minaccia o violenza.

Le slot machine imposte ai commercianti di Acilia

E’ stata accertata l’esistenza di una vera e propria joint-venture nel settore delle “macchinette mangiasoldi” tra esponenti di vertice della criminalità organizzata campana del Gruppo Iovine e personaggi della “malavita” romana del Gruppo Guarnera.

Le slot sono state imposte anche con intimidazioni e violenze nel territorio di Acilia agli esercizi commerciali autorizzati. Il boss Mario Iovine, detto “Rififì”, ha progressivamente esteso le sue attività illecite nel settore delle slot machine dalla Campania al Lazio. Coinvolgendo soggetti già “inseriti” in quel comparto: Sergio e Sandro Guarnera. 

Il braccio armato dei “pugilatori”

Dopo l’arresto di Iovine del dicembre 2006, i fratelli Guarnera hanno organizzato un autonomo gruppo criminale insieme all’amico e socio in affari Franco Crispoldi e a Arben Zogu. Creato a perfetta imitazione della consorteria casertana e con le medesime logiche delittuose, il gruppo aveva un braccio armato e violento composto dai cosiddetti “pugilatori”.

Operazione Vento dell’Est

Un profilo di “pericolosità sociale” aggravato dagli elementi acquisiti nell’operazione “Vento dell’est”. Conclusa nel luglio 2015 con 9 ordinanze di custodia cautelare nei confronti, tra gli altri, dei fratelli Guarnera e di Arben Zogu per estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza e traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Patrimonio da 22 milioni di euro

I successivi approfondimenti hanno evidenziato un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi leciti e al tenore di vita. Il decreto eseguito oggi determina la definitiva acquisizione dei beni da parte dello Stato. Ha ad oggetto la quasi totalità di quanto sottoposto a sequestro e a confisca di primo grado, rispettivamente, nel 2016 e nel 2018 a seguito di provvedimenti emessi dal Tribunale di Roma-Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Dda.

Capitale sociale e intero patrimonio aziendale di 7 imprese; 9 unità immobiliari e un terreno a Roma e in provincia di L’Aquila; 2 auto e 2 moto; rapporti finanziari, per un valore superiore ai 22 milioni di euro.