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Fase 3, sabato a Roma manifestazione nazionale mascherine tricolori

Mascherine tricolori da tutta Italia sabato 20 giugno a Roma. Sarà la prima manifestazione nazionale del movimento spontaneo nato durante il lockdown contro la ‘dittatura sanitaria’ che ha messo in ginocchio il paese.

“Questa volta – dicono gli organizzatori – saranno in migliaia a ritrovarsi alle 16 alla Bocca della Verità per urlare la loro rabbia contro un governo che ha saputo fare solo promesse e ha messo sul lastrico gli italiani. Infierendo sulle categorie più deboli e riuscendo a distruggere in pochi mesi l’intera economia del paese”.

Sul palco le categorie più colpite: dagli Ncc ai lavoratori in attesa della Cig

Sul palco allestito nella piazza saliranno rappresentanti di tutte le regioni e le categorie produttive più colpite. Dagli autodemolitori agli Ncc, dagli operatori del turismo ai commercianti che non riescono a riaprire per le misure draconiane e la mancanza di aiuti del governo. E poi lavoratori in attesa di una cassa integrazione fantasma, genitori che invece di lavorare sono stati costretti da uno Stato assente a trasformarsi in insegnanti supplenti per i loro figli, semplici cittadini che vogliono riprendersi il diritto di votare, quasi divenuto una chimera.

“L’esecutivo degli Stati generali deve andare a casa e la parola deve tornare al popolo”, è la richiesta delle mascherine tricolori, che sabato in piazza riproporranno la loro piattaforma:

sanatoria per tutte le multe elevate durante l’emergenza sanitaria, stop alle tasse per le imprese per tutto il 2020, soldi a fondo perduto erogati direttamente dallo Stato senza passare per le banche, liquidità immediata per le famiglie e le fasce più deboli della popolazione, piano di intervento straordinario per salvare il settore del turismo che rischia di scomparire, aiuti massicci e regole meno stringenti per bar, ristoranti, palestre e tutte quelle attività che rischiano di chiudere, un piano per far ripartire veramente la scuola e garantire una formazione, nessun prolungamento per lo stato d’emergenza, nessuna altra cessione di libertà alla dittatura sanitaria.