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Terrorismo, scoperta cellula anarchica con base in centro sociale a Roma: 7 arresti

Avevano costituito una cellula eversiva anarco-insurrezionalista con base in un centro sociale di Roma. Sette le persone arrestate oggi dai carabinieri del Ros nell’operazione ‘Bialystok’. Associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi alcune delle accuse a loro carico. 

La base nel centro sociale “Bencivenga Occupato”

Cinque sono finiti in carcere con l’accusa di aver costituito una cellula eversiva di matrice anarchica insurrezionale, con base nel centro sociale “Bencivenga Occupato” di Roma. Sono Claudio Zaccone, 33enne messinese, Roberto Cropo, 34enne torinese, Flavia Di Giannatonio, 39enne romana, Nico Aurigemma, 30enne romano, Francesca Cerrone, 31enne trentina. Arresti domiciliari per Pierloreto Fallanca, 33enne teramano e Daniele Cortelli, 35 romano.

Due arresti in Spagna e Francia

Cerrone, che si trovava in Spagna da diverso tempo, è stata arrestata nei pressi di Almerìa in Spagna. Cropo, rintracciato a bordo di un camper, è stato arrestato a Saint Etienne, in Francia.

Il documento clandestino “Dire e sedire”

Il nuovo gruppo d’azione aveva elaborato e portato a compimento un programma eversivo cristallizzato in un documento clandestino dal titolo “Dire e sedire”. Destinato solamente ai compagni affini per ideologia, con cui portare avanti una “conflittualità viva e accesa”.

L’obiettivo: riorganizzare il movimento anarchico

Il gruppo mirava poi a riorganizzare il movimento anarchico superando “ogni localismo”, per avviare una nuova fase dell’insurrezionalismo, che avvicinasse i diversi gruppi e colpire lo Stato.

Nel progetto, gli arrestati volevano inoltre sostenere, con atti di terrorismo, gli imputati nel processo “Panico”, conclusosi a Firenze nel luglio 2019 con pesanti condanne nei confronti degli imputati. Accusati, tra l’altro, dell’attentato alla libreria “Il Bargello” (area CasaPound Italia) di Firenze il 1° gennaio 2017. Tra gli imputati del processo Panico, grande attivismo solidale era rivolto al detenuto Fallanca, oggi destinatario della misura degli arresti domiciliari.

L’attentato del 2017 alla stazione carabinieri di San Giovanni

Il provvedimento di oggi scaturisce da un’attività investigativa avviata a seguito dell’attentato esplosivo alla Stazione Carabinieri di Roma San Giovanni, compiuto il 7 dicembre 2017. Rivendicato dalla sigla terroristica “Cellula Santiago Maldonado – Federazione Anarchica Informale–Fronte Rivoluzionario Internazionale”.

L’ordigno artigianale, occultato all’interno di un termos di metallo, con 1,6 kg di esplosivo, aveva provocato ingenti danni all’ingresso della caserma. Per poco non aveva investito con la sua esplosione una passante, elemento che conferiva all’attentato una estrema pericolosità derivante dall’accettazione del rischio di colpire vittime collaterali.

attentato caserma Carabinieri San Giovanni

Auto car sharing “Eni-Enjoy” in fiamme

Ai domiciliari Daniele Cortelli, 35 romano, ritenuto responsabile del triplice attentato incendiario avvenuto a Roma, il 28 febbraio 2019, ad alcune autovetture car sharing “ENI-Enjoy”. Fatto rivendicato poi nel web in “solidarietà a tutti gli anarchici detenuti” contro la multinazionale ENI, accusata di devastazione della Terra: “ENI uccide e inquina in italia e all’estero.”

Altri attentati sono stati compiuti, sempre a Roma, ai danni di veicoli “Enjoy”. Il 1° dicembre 2017, in viale Jonio, quattro auto ENI sono state date alle fiamme, sempre con della diavolina posizionata sui pneumatici; il 14 febbraio 2019, altre due vetture sono state date alle fiamme tra via Casilina e il Pigneto. Infine il 28 marzo 2019, ignoti hanno incendiato con lo stesso modus operandi tre mezzi nel quartiere Prati Fiscali.

I contatti all’estero

Sono emersi contatti tra gli arrestati e gli anarchici greci, Paese in cui è molto attiva la “Cospirazione delle Cellule di Fuoco”, gruppo terroristico aderente al cartello FAI-FRI. Responsabile, nel novembre 2010, dell’invio – via posta – di 14 ordigni esplosivi ad Ambasciate straniere in Grecia e a rappresentanti di Governo all’estero. In questo ambito, nel dicembre 2018, è emerso il viaggio di Nico Aurigemma in Grecia proprio per incontrare compagni ellenici.

Contatti qualificati sono emersi anche con il Cile, teatro di cruente devastazioni di matrice anarchica nello scorso mese di ottobre. A proposito del Cile, nel settembre 2018 i Carabinieri del Ros avevano monitorato, presso il centro sociale Bencivenga, un incontro riservato tra gli arrestati e una militante cilena in Italia, cui consegnarono dei documenti d’area da portare e far circolare in Cile.

Inoltre, il militante argentino Santiago Maldonado, cui è dedicata la cellula che ha rivendicato l’attentato alla Stazione Carabinieri di Roma San Giovanni, è morto nell’agosto 2017 a seguito di una manifestazione a difesa del popolo mapuche, tematica di lotta molto cara agli anarchici cileni.

Importanti contatti sono emersi anche con i gruppi anarchici tedeschi. A Berlino, inoltre, nell’ottobre 2018, è stato compiuto un altro attentato rivendicato da una cellula FAI-FRI, che rispondeva con quella azione sempre al comunicato strategico di Alfredo Cospito, “L’autismo degli insorti”, cui si lega la rivendicazione dell’attentato alla caserma dei Carabinieri di San Giovanni.

Al rientro in Italia chiedevano l’indennità di disoccupazione

Dalle indagini è infine emerso come, per sostenersi, Cropo, Cerrone e Di Giannantonio, ricorressero, attraverso piccoli lavori stagionali in Francia e in Svizzera, all’indennità di disoccupazione da rimpatrio elargita dallo Stato per chi viene licenziato all’estero, allo scopo di sostenersi economicamente nella “comune” del centro sociale Bencivenga e dedicarsi completamente alla causa insurrezionalista.